Chiese e parrocchie del comune di Pace del Mela (ME)


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...le Chiese

Santa Maria della Visitazione
Costruita dai Benedettini del Monastero della Maddalena di Messina nel 1763. Chiesa parrocchiale dal 24/7/1767.

Messa festiva: ore 8.00.
Messe feriali: lunedì e venerdì, ore 18.30.

Altare principale: Madonna della Visitazione.
Altari laterali: S. Giuseppe, Sacro Cuore, Addolorata, Immacolata, S. Benedetto.

Documento [Relazione sullo stato della chiesa parrocchiale nell'anno 1806]
"La parrocchiale Chiesa del Feudo della Pace proprio de' R.mi PP. Benedittini del Monastero di S. Placido di Calonerò di Messina è sotto titolo di Maria SS.ma della Visitazione, o sia della Pace. Essa parrocchia fu dismembrata dalla Parrocchiale Chiesa dell'Itria del Soccorso Gajdara, per cui paga ogni anno il Monastero anzidetto onze 2,8 alla cennata Chiesa. Vice Parroco col titolo di Arciprete e sacristano per ragione di dritti e cereo, che ricavano dagl'individui di detto Feudo, come per dotazione fatta dalli cennati RR.mi PP. Benedittini agli atti di Notar Don Giuseppe Micale della Città di Messina sotto li 2 Giugno 1767. Essa Chiesa fu eretta in Parrocchia dal Vicario Capitolare, Canonico Decano Don Vincenzo Pagano, consenziente il Capitolo, con espresso atto stabilito agli atti di sua Gran Corte sotto li 24 Luglio 1767. Viene obligato il cennato Monastero in forza dell'espressato atto di dotazione, dare tutto il trattamento al Prelato di Santa Lucia, Vicario Generale e Vicario Capitolare in tempo di visita. Sono addetti un Cappellano Curato, un Sotto Cappellano ed un Sagristano al serviggio di detta Parrocchiale Chiesa. Il primo nell'origine aveva onze 23 annuali dotate sopra certi censi di case proprie del Monastero, adesso si dice che gl'indicati PP. Benedittini li contribuiscono circa onze 43, oltre agli onorari del Sotto Cappellano e Sacristano. Ha obligo detto Cappellano di celebrare tre Messe la settimana secondo l'intenzione del Fondatore, amministrare li santi Sagramenti ed assistere al culto divino".(Arcidiacono Don Giacomo Coccia, Stato della Prelatura nel 1806, manoscritto, Curia Prelatizia di Santa Lucia del Mela).

SS. Redentore
All'incrocio della Via Regina Margherita con la Via Guglielmo Marconi, in cima a una larga scalinata alberata, sorge la chiesa del SS. Redentore, molto ampia e a navata unica. Venne eretta all'inizio del XX secolo dal possidente Antonino Lo Sciotto. E' stata sottoposta a restauro nel 2002.
Messa festiva: ore 11.30 e ore 19.00.
Messa feriale: mercoledì, ore 7.15.


Documento[Cenni storici sulla Chiesa del Redentore, stilati il 6 gennaio 1939 dal parroco del tempo, Can. Giuseppe Calderone]
"La Chiesa del SS. Redentore sorge nel centro, possiamo dire, del paese di Pace del Mela, precisamente là dove la strada di Gualtieri Sicaminò sbocca nella strada che congiunge Pace Superiore con Pace Inferiore. Essa fu eretta, a proprie spese, tra la fine del 1800 e i primi anni del 1900 dall'avvocato Antonino Lo Sciotto di Santi, su terreno del fratello Giuseppe. La Chiesa, però, che fu benedetta dal Can. Bruno del Capitolo Metropolitano di Messina, restò incompleta, e cioè senza volta, senza sacrestia, senza campanile. Ciò si deve, pare, a qualche divergenza di vedute tra l'avvocato Antonino e la sorella Caterina Lo Sciotto, la quale, invece di aiutare il fratello nella costruzione della Chiesa, sembrava se ne disinteressasse, mostrandosi invece generosa con la Chiesa Parrocchiale. E che realmente sia stata generosa con la Chiesa parrocchiale, lo rileviamo da quella brevissima epigrafe che troviamo a sinistra di chi dalla Chiesa entra in sacrestia: "Orate pro Catharina Lo Sciotto, magna charitate praedita". L'avvocato Antonino, sicché, non ultimò i lavori della Chiesa e la coprì con tavole. Il 28 dicembre del 1908 sopraggiunse poi il terremoto, e a Messina, in via S. Giuseppe Calasanzio, restava sepolto nelle macerie; così la Chiesa rimase quale attualmente [1939] la vediamo. Costruita la Chiesa, si pensò per gli arredi più necessari e per la celebrazione della Messa. Finché visse il Fondatore, si celebrarono in quella chiesa due messe festive, di cui una era mantenuta da lui stesso. Ma, dopo la sua morte, gli eredi non si interessarono più, e le domeniche e feste si celebrò una sola Messa, mantenuta col danaro raccolto in Chiesa. Quanto agli arredi: Il Fondatore donò alla Chiesa il calice di argento che porta incise le sigle "A.S.". Il fratello Giuseppe Lo Sciotto donò i primi paramenti e la Via Crucis. La sorella Caterina Lo Sciotto, morendo, lasciò per la Chiesa £. 3000, con le quali furono fatti l'organo (£.1200) e i due altari laterali, lavorati da Domenico Pellegrino nel 1934, in marmo bianco di Carrara, per i quali furono spese £. 1800. Contemporaneamente Don Gigi Lo Sciotto, nipote, fece dipingere le tele di S. Caterina Alessandrina - in memoria della zia Caterina - e di S. Antonio da Padova, in memoria dello zio Antonino, fondatore della Chiesa. Il dipinto di S. Antonio porta la firma di "Passani Ulisse" (Roma 1928), e di lui è anche - per quanto senza firma - il dipinto di S. Caterina. L'avvocato Francesco Lo Sciotto, figlio di Giuseppe, fece eseguire la tela del Redentore, mentre la Confraternita omonima, fondata in quella Chiesa dal Reverendo Sacerdote Giovanni Schepis il 1 gennaio 1907 - dietro iniziativa di Giuseppe Lo Sciotto - faceva modellare la statua del Redentore (G. Malecore - Lecce 1908) e la relativa vara processionale. Pagano Francesco fu Giuseppe donò una ninfia; un'altra ne donò Parisi Antonino fu Carmelo, mentre le altre tre furono donate dai membri della Commissione della Chiesa, per contributo personale. Nei tempi più vicini a noi, altri lavori si eseguirono in Chiesa, ma col danaro della Chiesa stessa. E cioè: 1) Nel 1922 si acquistarono le tre campane esistenti al prezzo di £. 2005; 2) Nel 1927 si fece la scalinata che è nello spiazzale della Chiesa e il muro di rafforzamento e si spesero £. 3400; 3) Nel 1928 si fece eseguire la vetrata per la custodia della Statua del Redentore, e furono spese - metà dalla Chiesa e metà dalla Confraternita - £. 1400; 4)Nel 1933 si costruì il campanile, per cui furono spese £. 7000: Il campanile però tutt'ora [1939] resta incompleto in quanto i lavori furono fatti sospendere da S.E. Monsignor Salvatore Ballo, Ordinario di S. Lucia, perché il progetto - non approvato dalla Commissione Diocesana di Arte Sacra - non rispondeva a nessuna regola di arte. 5) Nel 1937 infine, a cura dei soldati pacesi in servizio militare nella guerra di Spagna, fu fatto l'impianto elettrico - eseguito dalla Ditta A. P. Ragusa di Milazzo - per cui si spesero £. 1050, avendovi contribuito la Chiesa con sole £. 250.
Questi ed altri lavori secondari furono compiuti a spese della Chiesa e di privati. La Chiesa però potè fare tanti lavori, perché la Commissione, che accudiva all'Amministrazione, ebbe l'accortezza di acquistare presto circa 400 sedie, col raccolto delle quali si dava un compenso al Sacerdote per la Messa festiva, si manteneva il servizio necessario, si affrontavano le spese sopra elencate". [segue l'elenco dei componenti la Commissione]

N.B. Gli altari laterali e le relative tele di Ulisse Passani, raffiguranti S. Caterina d'Alessandria e S. Antonio da Padova, sono stati rimossi nel corso dei lavori di restauro eseguiti nell'anno 2002.

Santa Maria dell'Abbondanza
Chiesa rurale, ubicata nella contrada Camastrà.

Messa prefestiva: sabato, ore 19.00.

Costruita nel 1720, come si ricava dalla data apposta sulla campana, è sempre appartenuta alla famiglia Gordone, baroni di Camastrà, i cui componenti vi venivano in genere tumulati dopo la morte. Nella chiesa dell'Abbondanza riposano, infatti, i corpi di donna Agata Santi in Gordone (morta nel 1746), di donna Giuseppa Gustarelli (morta nel 1855), del barone Giuseppe Gordone (morto nel 1881) e della moglie Raffaela Ruffo (morta nel 1885), di Andrea Gordone (morto nel 1892) e di altri nobili personaggi, come Don Melchiorre Campagna dei baroni Migliardo (morto nel 1742).
All'interno del luogo di culto sono conservate anche pregevoli opere d'arte: un dipinto della Madonna dell'Abbondanza (Salvatore Valori, 1873); un'icona bizantina della Madonna; un altare in marmo con artistico paliotto recante al centro l'immagine di Santa Caterina d'Alessandria.
La chiesa è citata nell'elenco delle cappelle rurali inserito nella Relazione inviata alla Santa Sede dal Prelato luciese mons. Marcello Moscella nel maggio del 1736.

Santa Maria del Rosario (Chiesa Nuova)
Ubicata nella frazione Giammoro, in piazza Mons. Ricceri. Costruita negli anni '60 del secolo XX su progetto del geom. Fortunato Calderone di Santa Lucia del Mela. Ha una sola navata di m. 20x12,60, con campanile sul lato sinistro. E' stata solennemente inaugurata il 31 ottobre 1971 ed ha assunto le funzioni di chiesa parrocchiale, in sostituzione del vecchio edificio sacro ubicato sulla Via Statale.
Altari laterali: S. Lucia, S. Maria del Rosario (patrona della parrocchia), S. Giuseppe, Sacro Cuore, S. Antonio da Padova.
Messa festiva: ore 7.00 e ore 18.00.
Messa feriale: da lunedì a sabato, ore 7.00.

 
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