Your browser doesn't support java or java is not enabled! 

   SICANIA

   HOME PAGE

   CHIESE-PARROCCHIE

   IL COMUNE
 - Informazioni utili
 - Manifestazioni
 - Storia
 - I Personaggi illustri
 - Monumenti
 - Visita virtuale
 - Frazioni
 - Ambiente
 - Album fotografico
 - Associazioni
 - Lo sport

   RUBRICHE
 - Notizie
 - Paesani all'estero

   PAGINE - UTILI
 - Alloggi in affitto
 - Hotels - Alberghi
 - Attivitą produttive

   AMMINISTRAZIONE
 - Presentazione
 - Uffici
 - Autocertificazione
 - Il sindaco
 - La giunta
 - Il consiglio comunale
 - Il segretario
 - Delibere di giunta
 - Delibere di consiglio
 - Ordinanze
 - Bandi di gara
 - Tasse e tributi

Aggiornamento Sito (solo per gli utenti autorizzati)


...Storia

QUATTRO PASSI... NELLA STORIA DI BIANCAVILLA
La cittadina, di 23 mila abitanti denominata biancavillesi, sorge alle pendici dell’Etna a metri 513 e dista dal capoluogo etneo circa trenta chilometri.
Il rinvenimento di numerosi reperti archeologici attesta la presenza di insediamenti umani nel territorio comunale a partire dal neolitico, ma le prime notizie documentate storicamente risalgono soltanto alla seconda metà del 1400 quando un drappello di circa trenta famiglie greco – albanesi, riusciti a sfuggire alla dominazione turca che in quel tempo opprimeva l’Albania, si rifugiarono in queste terre. E' del 23 gennaio 1488 l'atto di concessione delle zone di Callicari (oggi Biancavilla) da parte del conte Gian-Tommaso Moncada, della contea di Adernò di creare una comunità autonoma.
I profughi, diretti dal nobile Masi, portarono con loro dalla loro madrepatria una preziosissima Icona bizantina della Madre di Dio venerata sotto il titolo di Madre dell’Elemosina (o della Misericordia), una croce in legno e una statua con reliquia del Santo martire Zenone d’Arabia.
L’Icona della Vergine è l’opera artistica più importante e preziosa che il comune possiede. Questa, risale ai primi del 1400 è di stile bizantino e dipinta su legno di cedro a tempera d’uovo.
Grande da sempre è stata la devozione che i biancavillesi nutrono per “A bedda Matri a Limosina”.
La leggenda vuole che i profughi posarono l’icona su di un albero di fico visto che il copè (sacerdote) assieme al nobile Masi decisero di fermarsi per riposarsi. Alla loro partenza i rami dell’albero avvolsero come in un inestricabile groviglio l’icona, tanto da non poterla rimuovere, capirono allora che era intenzione della Madonna rimanere in questo posto. Proprio nel luogo dell’albero di fico, il can. Bucolo nel suo libro ci dice che edificarono la cappella in onore della Madonna, da cui poi nacque l’intera matrice.
Da sempre grande è stata ritenuta la protezione della Vergine durante l’epidemie di peste, nelle continue eruzioni dell’Etna nei continui terremoti, la comparsa davanti ai cannoni anglo-americani nel 1943 e poi riconosciuta dagli inglesi giunti a Biancavilla. Da questo punto di vista la città su può ritenere miracolata. Tangibile la protezione della Madonna durante l’eruzione dell’Etna del 1879 quando la lava, dopo aver seminato tante distruzioni, giunse in territorio di Biancavilla, quasi a lambire il centro abitato. Ma, all’improvviso, contro tutte le leggi della natura e le previsioni della scienza, la colata lavica deviò il suo percorso. Ad essere distrutte invece altri tredici centri etnei. Questa immunità che Biancavilla otteneva in queste occasioni spinse gli abitanti del comprensorio ad insediarsi in quella che era e che è la terra di Maria.
Dal punto di vista architettonico la citta' è conosciuta innanzitutto per la Basilica Santuario dedicata dal 1552 a Maria SS. dell’Elemosina.
La Matrice e' di origine seicentesca ma ha assunto l'attuale forma agli inizi del 1700. La sua struttura esterna e' arricchita dalla presenza di un novecentesco campanile suddiviso in tre ordini e la cui cella campanaria prevede la presenza di alcune statue, esattamente quelle dedicate a Santa Caterina, antica titolare della chiesa, a San Placido, compatrono della città, San Zenone primo Santo Patrono dopo la Madonna e San Giovani da Pomiceno. L'interno della Chiesa prevede una suddivisione in tre navate e la presenza di quattordici archi e di alcune opere d'arte a tema sacro, tra cui gli affreschi di Giuseppe Tamo da Brescia all’interno della Cappella seicentesca dedicata ai Santi Patroni.
La Basilica assume lo stato attuale grazie al progetto dell’architetto milanese Carlo Sada che sposò una biancavillese e lascio molte opere in città. La Matrice è comunemente chiamata dagli abitanti “a chiesa ranni” è sita nel cuore della città.
La chiesa Madre ottenne diverse onorificenze come la nomina a sede prepositurale con la nascita del Capitolo della Collegiata nel 1746, la nomina a Santuario mariano e infine la nomina del Pontefice Paolo VI a Basilica per la bellezza artistica.
Oltre che la Madonna dell’Elemosina bisogna ricordare San Zenone martire d’Arabia che proprio quest’anno ricorre il 17° centenario del martirio.
Altro santo della storia di Biancavilla San Placido abate benedettino martoriato da pirati-saraceni nel 541 a Messina. Del martire la città possiede un osso del braccio portato a Biancavilla nel 1602 e conservato in una teca d’argento. La sua festa è il 5 e 6 ottobre.
Il nome di questo comune si pensa che sia in onore della regina d’Albania Bianca morta con il marito Giorgio Castriota (Scandemberg ) il quale è citato nello stemma del comune e un
famoso circolo culturale e ricreativo porta il nome di questo re albanese.
Biancavilla è stata metà anche di diversi baroni e marchesi che per la bellezza del luogo edificarono la loro residenza per trascorrere qui il tempo estivo. Da ricordare quindi la Villa del Marchese delle Favare presso la zona “Casina”, costruzione comperata dal comune, abbandonata a se stessa nel corso degli anni oggi inattesa di un restauro.
Altre costruzioni importanti per la città sono le chiese minori come quella dedicata a S. Orsola, praticamente abbandonata e pronta, purtroppo a cadere giù, quella dedicata alla Madonna Tutte Grazie, la Chiesa della Mercede, della “Badia” praticamente buona parte distrutta e la dimenticata chiesa della Madonna di Vadalato eretta da un fratello laico dei Frati Minori Riformati.
Nella citta' sono presenti anche dei Palazzi signorili e molto eleganti, come il Palazzo Bruno, il settecentesco Palazzo Ciarolo, il palazzo Bruno, palazzo Bottari, il chiostro del convento San Francesco, nonche' altre opere pubbliche come il Teatro comunale “La Fenice”, la Basilica Collegiata.
Tra i personaggi illustri ricordiamo: Angelo Biondi primo sindaco Padre Sangiorgio, Antonio Bruno, Padre Bucolo, Emanuele Portale, Bernardino Neri, Zenone Lavagna, Francesco Gemma, Padre Caselli, Gerardo Sangiorgio,
mons. Giosuè Calaciura, Placido Benina, avv. Dino Laudani, mons. Carmelo Maglia.
Biancavilla è un centro di produzione e commercio di olive, agrumi, fichi d'India. mandorle, uva, mele e ortaggi per quando riguarda l’attiva prevalente del paese: l’agricoltura. Grande importanza ha anche l’allevamento e la produzione che ne deriva di formaggi e latticini.
Possiamo dire quindi, dopo questi “cenni” storici, che Biancavilla è una città ricca di eventi storici ma il resto di questa città deve essere gustato di persona. Certo non siamo chissà dove, ci sono molte carenze ma ci sono aspetti di questa città che da sempre mi hanno colpito. Con queste notizie e immagini penso che si è potuto dare una traccia generale su questo paese. Basta guardarsi intorno non bisogna andare all’estero per capire che esistono paesi belli e caratteristici. Biancavilla il mio paese è tra questi.

Prelevato da Biancavilla allo specchio www.biancavilla.splinder.com
a cura di: Vincenzo Ventura

| Chi siamo | Progetti | Contattaci |